Human Rights Nights 2013 si è dedicato alle tematiche di migrazione e sviluppo, ispirate dal progetto europeo AMITIE, al quale le attività del festival si sono intrecciate per una rappresentazione originale dei dirittti umani – tra campagne di comunicazione, programmazione cinematografica e conferenze, il tutto animato da eventi in parallelo di arte, moda, sport e musica.
AMITIE è un progetto di educazione allo sviluppo che attraverso attività di ricerca, formazione, comunicazione, partecipazione intende creare spazi di comunicazione, incontro e scambio sulle tematiche di migrazione, sviluppo e diritti umani. Iniziato nel 2011 in Spagna, Romania, Lettonia, Italia e Brasile, è co-finanziato dall’Unione Europea e coordinato dal Comune di Bologna. Gli obiettivi di AMITIE sono la diffusione di una maggiore consapevolezza, nella società europea e negli enti locali, sulla migrazione come risorsa di sviluppo e sull’interrelazione tra migrazioni, sviluppo e diritti umani, facilitando così nuove partnership e forme di partecipazione. Dal 2011 al 2013, sono state realizzate numerose attività sulle tematiche AMITIE, tra le quali una ricerca sui contesti locali nei paesi partner, focus group con i nuovi cittadini, formazione agli operatori, workshop nelle scuole, una campagna di comunicazione. Il festival Human Rights Nights è stato un evento speciale per condividerne i risultati di progetto con i cittadini di Bologna, insieme ai partner internazionali.
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È questo lo spirito che ha anima il programma cinematografico di Human Rights Nights 2013, capace di presentare importanti produzioni in anteprima (come sono quest’anno A Better Life di Chriz Weitz o A Restless City di Andrew Dosumnu) o di mostrare, in occasioni uniche per il pubblico, film che difficilmente troveranno spazio nella poco coraggiosa circuitazione delle sale cinematografiche: un mosaico che non si ferma ai titoli di punta e compone un panorama del cinema d’impegno civile. Ma nel 2013 il programma ha portato con sé una novità: uno sguardo retrospettivo sul cinema che negli anni passati ha segnato momenti fondamentali per la nostra riflessione: dal maestro tra i maestri, maschera d’irresistibile comicità e profondità, Charles Chaplin e il suo The Immigrant del 1917 al cantore dei Balcani Emir Kusturiça con l’episodio Uros (Blue Gipsy), all’Orso d’Oro a Berlino nel 1982, La barca è piena di Markus Imhoof, senza dimenticare la nostra storia recente e i processi di migrazione interna narrati da Pietro Germi nel Cammino della speranza del 1950. Un altro futuro è invece quello rappresentato dai registi migranti, al quale si rivolge il Premio Gianandrea Mutti – Archivio delle Memorie Migranti, nato in seno al festival grazie alla volontà dell’Associazione Amici di Giana, Officina Cinema Sud-Est, Cineteca di Bologna e Archivio delle Memorie Migranti, protagonista anche nel 2013 grazie a una vetrina che ci ha permesso di vedere in anteprima il trailer del nuovo film di Dagmawi Yimer, Va’ Pensiero, attualmente in produzione, proprio grazie all’assegnazione del Premio nel 2011.
Sonorità contemporanee e tradizioni antiche – come quelle della kora, del balafon o del djembe della Guinea, rappresentate al festival da Les Amis de l’Afrique – incrociano realtà della nostra città come la nuova generazione hip hop di On The Move e B-Boys, mentre i giovani del Quartiere Pilastro incontreranno gli artisti brasiliani del Gruppo “Pe’ no Chão”, simbolo della lotta per la sopravvivenza quotidiana nelle favelas di Recife, e gli artisti romeni di Parada, associazione che nasce con il clown franco-algerino Miloud.
Incontri, workshop e tavole rotonde sono state occasioni per approfondire le tematiche di AMITIE coinvolgendo agenzie di comunicazione, ONG, rappresentanti istituzionali e direttori di festival. Le migliori campagne di comunicazione sociale saranno presentate per un confronto su come può una buona idea creare consapevolezza e ispirare cambiamento, analizzando quali processi di coinvolgimento e forme di advocacy siano più efficaci nel promuovere la costruzione di reti e partecipazione di comunità. Artivismo è il tema della tavola rotonda che vede impegnati direttori di festival, attivisti e studiosi dei diritti umani per condividere la loro esperienza per un’analisi critica sulle nuove potenzialità dei festival. Le sfide del co-sviluppo sono state affrontate attraverso approfondimenti teorici e buone pratiche in diversi contesti. La comunicazione sociale e la creatività plurale sono state infine riconosciute con il premio AMITIE Award assegnato ai migliori progetti artistici e di comunicazione presentati al concorso.