Corpo violato, corpo migrante, corpo recluso, corpo in guerra, corpo ghettizzato, corpo resistente... Il corpo, attraverso le testimonianze di registi e artisti, è stato il tema centrale dell’edizione 2012 per parlare di diritti, giustizia e resistenza.
In questa edizione Human Rights Nights si è distinto, con ancora più forza, per la sua capacità di porsi al centro di una rete di relazioni e partnership a livello locale, nazionale e internazionale. Proprio questa capacità ha permesso al festival di costruire qualcosa che va al di là della semplice rassegna cinematografica.
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Grazie al coinvolgimento del Comitato Scientifico di Human Rights Nights abbiamo potuto inaugurare l’edizione 2012 con una conferenza dal titolo Corpo e diritti umani: dialogo su bioetica, diversità, salute e violenza, che ha approfondito le questioni della libertà sulla scelta delle cure, del diritto alla salute e delle disuguaglianze sociali di salute, dell’esperienza corporea come specchio delle ambiguità identitarie delle giovani generazioni, dell’approccio mediatico alla violenza di genere.
L’atmosfera del festival è stata colorata dalle serate musicale (AfricanBamba e la taranta dei Capa Cupa Quartet ci hanno accompagnato con le loro sonorità) e da molti incontri con registi, protagonisti dei film e docenti universitari. Non possiamo non ricordare la simpatia e i racconti che i “ragazzi” della Casa del Gufo hanno condiviso con noi!
Tra gli eventi che hanno arricchito la programmazione cinematografica, abbiamo presentato due esposizioni di arte contemporanea (Il Corpo, opere e installazioni di Elysia Athanatos e Alexandros Yiorkadjis, due giovani artisti ciprioti e Labirinto Quotidiano di Dim Sampaio) e due campagne di comunicazione (NoiNo.org – Uomini contro la violenza sulle donne e AMITIE, un nuovo approccio comunicativo su migrazione, sviluppo e diritti umani, per una costruzione partecipata della visione della nostra nuova società plurale) che, in pieno spirito Human Rights Nights, si fanno portavoce di una nuova Bologna, plurale e attenta alle differenze.
Anche le proiezioni si sono incentrate sul corpo e sulle sue declinazioni, tra i film in programma ricordiamo La Pirogue di Moussa Touré, presentato a Un Certain Regards a Cannes 2012, dove viene raccontato un genocidio silenzioso che si ripete senza fine, i corpi in lotta delle ragazze di The Boxing Girls of Kabul di Ariel J. Nasr, che si riappropriano dei diritti sul proprio corpo prima negati ma ora difficili da mantenere; i ragazzi di The Dancing Boys of Afghanistan di Jamie Doran, che proprio per quella libertà ritrovata sono ora costretti ad essere sfruttati sessualmente; i corpi venduti delle prostitute in The Price of Sex di Mimi Chakorova; i corpi in guerra, straziati ma che ancora non si sono arresi di The Suffering Grasses diretto da Iara Lee. E ancora La Terre Outragée di Michale Boganim e il film di chiusura La Transumanza della Pace di Roberta Biaggiarelli. Il corpo e l’arte sono espressi attraverso le testimonianze di artisti come Michael Nyman e Isaac Julien, insieme per Films4Peace, promossa da Puma Creative, e dal film Ai Wei Wei: Never Sorry di Alison Klayman, la biografia di un artista contemporaneo cinese che attraverso il proprio corpo sfida il regime di Pechino, presentati a seguito di un incontro con Ottagono e Indica.